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PIRIMOR pomodoro ADAMA

Gli afidi del pomodoro: combatterli con PIRIMOR® 50 di ADAMA

Gli afidi sono insetti molto piccoli, che tuttavia possono attaccare rapidamente e massicciamente vaste superfici coltivate a pomodoro sia in serra che in pieno campo. I danni sono diretti: deperimento vegetativo delle piante, ma soprattutto indiretti, come vettori di virus particolarmente devastanti per questa coltura. L’attenzione deve essere massima per controllare questi parassiti fin dalle prime infestazioni in post trapianto, con applicazioni di prodotti abbattenti, di lunga durata e prediligendo aficidi specifici, per rispettare i naturali antagonisti di questi e altri insetti dannosi. Trovi associate tutte queste caratteristiche in Pirimor® 50 di Adama.
PIRIMOR pomodoro ADAMA

La coltura del pomodoro viene attaccata ogni anno da diverse specie di afidi, piccoli insetti appartenenti al vasto ordine dei Rincoti e caratterizzati da un apparato boccale pungente e succhiante dotato di strutture tipiche, dette sifoni. Per saperne di più su tutte le malattie e i parassiti che possono colpire il tuo pomodoro, leggi anche l'articolo di approfondimento "Conoscere e gestire infestanti, malattie e parassiti del pomodoro".

Perché gli afidi sono dannosi per la pianta del pomodoro

Le ragioni sono molteplici:

  • sono insetti che colonizzano tante specie spontanee e coltivate, grazie alla presenza di forme alate che possono percorrere grandi distanze e generare quindi infestazioni successive

  • prediligono infestare le foglie giovani e gli apici vegetativi, dove sottraggono un’elevata quantità di linfa, causando deformazioni, arricciamenti, colatura dei fiori

  • in caso di attacchi elevati e non controllati, oltre al deperimento generale delle piante, si può arrivare al totale disseccamento delle parti infestate

  • emettono una sostanza zuccherina, detta melata, sulla quale si sviluppano le fumaggini, funghi saprofiti che rendono le bacche di pomodoro non commercializzabili

  • ultimo, ma non per importanza, possono produrre anche danni indiretti, come vettori di numerosi virus, trasmessi in modo persistente e non, tra cui il Virus del mosaico del cetriolo (CMV) e il Virus Y della patata (PVY).

Il livello e la progressione dell’infestazione sono correlati alle condizioni climatiche. In particolare con inverni miti e in coltura protetta, le generazioni si sviluppano con continuità, fino a raggiungere presenze massicce con l’innalzamento delle temperature (22-28 °C) e in presenza di elevata umidità relativa dell’aria.

Le specie di afidi che più comunemente attaccano la pianta di pomodoro

La pianta di pomodoro può venire attaccata da numerose specie di afidi: Myzus persicae, Macrosiphum euphorbiae, Aphis fabae, Aulacorthum solani, Aphis gossypii; le più frequenti e pericolose per i danni diretti e indiretti che arrecano sono le prime due, di cui trovi di seguito una sintetica presentazione, utile per comprenderne il ciclo e i fattori predisponenti la comparsa sulla coltura.

L’afide verde del pesco (Myzus persicae)

L’Afide verde del pesco prende il nome dal suo colore e dalla pianta ospite primaria, il pesco appunto.

È la specie più pericolosa sia per la trasmissione di virus, sia per la rapidità con cui colonizza e conseguentemente danneggia le piante ospiti.

Il Myzus persicae ha un ciclo biologico detto olociclo dioico (dopo una serie di generazioni partenogenetiche, sverna primariamente come uova e ha almeno due ospiti).

Il ciclo di vita di questo afide si svolge tra il pesco (ospite primario) e numerose piante erbacee che fanno da ospiti secondari, tra le quali il pomodoro.

Sverna in prossimità delle gemme del pesco sotto forma di uova durevoli deposte in autunno, tuttavia nelle serre le femmine adulte attere e alate riescono a sopravvivere sugli ospiti erbacei spontanei o coltivati come il pomodoro allevato in coltura protetta.

La prevalenza degli attacchi sul pomodoro si ha dopo la migrazione delle forme alate che derivano dalle generazioni prodotte sul pesco dopo la schiusa delle uova.

L’Afidone della patata e del pomodoro (Macrosiphum euphorbiae)

Questo afide prende il nome dalle dimensioni che sono maggiori delle altre specie di afidi.

Il colore è variabile dal verde, al giallastro, al rosa o rossastro.

Anche l’Afidone ha un olociclo dioico come l’Afide verde del pesco, ma in molti areali italiani, anche un anolociclo (sverna cioè come adulto).

Se le uova sono deposte d’inverno su numerose specie diverse di piante coltivate (es. rosa) o spontanee (es. Solanum), che fungono da ospiti primari anche per gli adulti svernanti, le forme alate migrano su piante ospiti secondarie, tra cui il pomodoro, altre solanacee (patata, tabacco, melanzana) e le cucurbitacee.

La pericolosità di questo afide per il pomodoro e le orticole in generale è data da:

  • sviluppo molto rapido (il numero raddoppia in pochi giorni)

  • trasmissione di numerosi virus.

Quale strategia per il controllo degli afidi del pomodoro?

L’approccio migliore per controllare efficacemente gli afidi del pomodoro è un approccio integrato. Programma e applica le azioni seguenti che hanno il duplice obiettivo di ridurre le fonti d’infestazione e di bloccare sul nascere gli afidi migrati sul pomodoro:

· impiego di piante sane, particolarmente per evitare infezioni da virus

· monitoraggio della coltura a partire dal trapianto per intervenire al primo cenno di presenza di afidi

· controllo delle erbe infestanti negli ambienti circostanti la coltura, per minimizzare possibili fonti d’infestazione

· sfruttamento degli antagonisti naturali (predatori, parassitoidi ecc.) che contribuiscono a ridurre le popolazioni dei parassiti

· scelta di insetticidi privilegiando l’impiego di prodotti con elevato potere abbattente sulle popolazioni di afidi ed elevata selettività nei confronti degli utili, siano essi pronubi, predatori o parassiti naturali.

Pirimor® 50, l’aficida di Adama per il controllo degli afidi di pomodoro e altre colture

Pirimor® 50 è un marchio storico nella lotta contro gli afidi di orticole, frutticole, cereali, mais e oleaginose, grazie alle caratteristiche uniche che non passano mai di moda e sono tuttora apprezzate da vecchi e nuovi agricoltori:

  • è un aficida specifico

  • agisce sugli afidi con una triplice azione: contatto, ingestione ed asfissia

  • possiede anche un’attività in fase di vapore (oltre i 15°C)

  • è in grado di muoversi da una parte all’altra della lamina fogliare (azione translaminare), raggiungendo anche gli afidi nascosti, non direttamente colpiti dal trattamento

  • ha un meccanismo d’azione differente da altri aficidi come ad esempio i piretroidi.

Queste prerogative di Pirimor® 50 offrono indubbi vantaggi a chi coltiva pomodori sia in pieno campo che in coltura protetta:

  • l’elevato effetto abbattente minimizza i rischi di trasmissione di virus

  • la specificità aficida lo rende selettivo nei confronti dei pronubi e dell’entomofauna utile

  • il meccanismo d’azione unico rispetto agli altri prodotti presenti sul mercato consente di minimizzare i rischi di insorgenza di fenomeni di resistenza.

PIRIMOR® 50

N. Registrazione: n° 4701 del 17-03-1982

Composizione: Pirimicarb puro 50% (500 g/kg)

Formulazione: Granuli idrodispersibili

Parassiti controllati e modalità d’impiego su pomodoro

Parassiti controllati: Afidi

Dose d’impiego - Pieno campo: 100 g/hl senza superare 0,75 kg/ha in 200-750 litri acqua/ha Serra: 80 g/hl senza superare 0,8 kg/ha in 200-1000 litri acqua/ha.

N° di applicazioni all’anno - Pieno campo: 1 applicazione all’anno Serra: massimo 2 applicazioni all’anno a distanza di 7-12 giorni.

Intervallo di sicurezza - Pieno campo: 3 giorni Serra: 7 giorni