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Cereali

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Il mondo dei cereali

Il comparto dei cereali a paglia (frumento, orzo e cereali minori) riveste un ruolo centrale nell'agricoltura italiana, sia in termini di consumo annuo sia per quanto riguarda la domanda dell'industria.

Il frumento (duro e tenero) rappresenta la coltura di maggior rilievo, coltivata su una superficie di circa 1.7 milioni di ettari, seguito dall’orzo (260 mila ha) e altri cereali minori.

Negli ultimi anni la richiesta dei trasformatori si è sempre più focalizzata sugli aspetti qualitativi, così che agli agricoltori vengono richiesti sforzi sempre maggiori per proteggere al meglio le loro colture e garantire gli elevati standard ricercati.

Infestanti dei cereali

Erbicidi

In un agroecosistema le specie infestanti sono erbe che, non rivestendo alcuna funzione ritenuta utile ai fini delle produzioni agrarie, vengono controllate attraverso la pratica del diserbo in quanto, la loro presenza, non solo limita il potenziale produttivo della coltura presente ma ne determina pure un deprezzamento qualitativo in fase di raccolta. Negli ultimi anni, complice anche il momento di crisi della cerealicoltura italiana, il panorama floristico delle specie infestanti è stato interessato (e continua tuttora ad esserlo) da continue evoluzioni che hanno portato all’insediamento di specie resistenti e allo sviluppo della cosiddetta flora di sostituzione.
Rispetto alla scorsa campagna cerealicola si segnalano:

•    Incrementi di Lolium e Avena sterilis resistenti al Sud e al Centro-Nord, a causa della loro elevata rusticità e capacità di adattamento. Maggiori infestazioni di Bromus soprattutto nelle semine su sodo e minime lavorazioni.

•    Per quanto concerne le dicotiledoni, annuali e biennali, si confermano ampiamente diffuse le crucifere e le  composite, compreso Cirsium vulgare, Sylibum marianum e altri cardi selvatici.
    Al Sud, sono in aumento le infestazioni di Chrysantemum segetum e Centaurea napifolia.
    Tra le altre specie, ampiamente diffuse restano: Papaver spp., Veronica spp., Fumaria officinalis, Galium aparine e Viola arvensis.  

•    Aumento di casi di ridotta sensibilità di Lolium spp. e Avena sterilis agli erbicidi ACCasi e ALS e, tra le dicotiledoni, si segnalano Papaver spp. e Sinapis arvensis alle solfoniluree. 

La ricerca di maggiore competitività delle colture cerealicole ha portato alla pratica economica di realizzare un unico intervento erbicida (collocato tra accestimento e inizio levata), atto ad eliminare contemporaneamente tutte le infestanti, graminacee e dicotiledoni. 

È comunque buona pratica agricola (fondamentale nel sodo) la bonifica del letto di semina con TAIFUN® MK CL, formulato non classificato a base di glifosate, privo del coformulante ammina di sego polietossilata.

Le malattie dei cereali

Fungicidi

I cereali sono soggetti a numerose malattie causate soprattutto da funghi che costituiscono un fattore limitante per la produzione quantitativa ma ancor di più dal punto di vista qualitativo. Su quest’ultimo punto è necessario ricordare il problema sanitario costituito dalle micotossine presenti nelle derrate per uso umano e animale. 

Le principali malattie fungine che interessano i cereali sono:

•    Complesso del mal del piede: condizioni favorevoli allo sviluppo sono la presenza di inoculo del patogeno nel terreno tramite i residui colturali e stress causati alla pianta (idrico, nutrizionale e termico). Fondamentale, utilizzare semente certificata e conciata.

•    Oidio: dalla levata fino alla fioritura ogni momento è favorevole per il manifestarsi dell’infezione. In generale le condizioni migliori sono tra febbraio e aprile quando siamo in presenza di secco con poche precipitazioni. La patologia è diffusa soprattutto nelle aree litoranee.
•    Septoriosi: è tra le patologie quella che ha assunto maggiore importanza negli ultimi anni. La malattia è più aggressiva nella fase di levata; è favorita da frequenti piogge e da temperature comprese tra i 15 e 20 gradi. Inoltre, eccessive concimazioni azotate e ristoppi, ne favoriscono la diffusione.

•    Ruggine: tale patologia è in grado di causare problemi sia alle foglie che alle spighe dei cereali. Concimazioni azotate equilibrate, densità di semine non troppo fitte e la scelta di varietà meno suscettibili aiutano a prevenire la malattia.

•    Fusariosi della spiga: la frequenza e la gravità delle infezioni sono strettamente correlate alla quantità d’inoculo presente nella pianta che ha contratto precocemente il mal del piede. Condizioni climatiche caratterizzate da periodi piovosi o caldo umidi nella fase di spigatura e fiorirura favoriscono il diffondersi della malattia. Reimpiego aziendale e semine su sodo in ristoppo o dopo mais e sorgo, favoriscono lo sviluppo della malattia.

Insetti dei cereali

Insetticidi

La difesa insetticida dei cereali si basa principalmente sulla presenza di afidi e cimici. Ai fini dell’applicazione è importante considerare: la soglia di intervento, la presenza di insetti predatori e l’andamento climatico.

• Afidi
    Diversi tipi di afidi possono danneggiare i cereali. Le specie più frequenti sono: Rhopalosiphum padi, Sitobium avenae e Metopolophium dirhodum.

    Il loro danno può essere di tipo diretto o indiretto. I danni diretti consistono nella sottrazione di linfa a causa delle punture trofiche e si manifestano con ingiallimenti o, in caso di forti infestazioni, in perdite di produzione e deprezzamenti qualitativi.
    I danni indiretti consistono nella produzione di melata con conseguente comparsa di fumaggini e trasmissione di virosi.

    Per il loro controllo è importante intervenire a fine fioritura con una presenza media di 5-10 afidi per spiga o quando l’80% dei culmi è infestato.

• Cimici
    Aelia rostrata e Eurygaster maura sono le due specie che causano maggiori danni sul frumento. 
    Il loro danno è correlato all’attività trofica a carico delle cariossidi. Il momento più suscettibile per il cereale è la maturazione latteo-cerosa. Con la loro puntura infatti, iniettano saliva ricca di enzimi proteolitici che alterano la proteine del glutine. Il loro sviluppo è influenzato dalle condizioni climatiche primaverili; primavere fredde e piovose possono ostacolare l’ovideposizone e lo sviluppo giovanile.
 

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