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Il diserbo del grano e altri cereali a paglia in pre e post emergenza precoce

Il controllo ottimale delle erbe infestanti rappresenta certamente uno degli obiettivi più importanti per qualsiasi cerealicoltore, in quanto direttamente connesso alla redditività della coltura.
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A tale riguardo, la tecnica del diserbo riveste senza dubbio un ruolo chiave tra le diverse operazioni colturali che possono concorrere più o meno direttamente allo sviluppo e disseminazione delle malerbe, tra cui l’avvicendamento colturale, le lavorazioni principali e complementari del terreno, la semina, la scelta delle varietà, la fertilizzazione, le operazioni di raccolta, etc..

Vuoi sapere come riconoscere le infestanti principali nei cereali? Leggi l'articolo "Specie infestanti nei cereali: quali sono e come riconoscerle"

La scelta del diserbo assicura una serie di vantaggi alle colture cerealicole, quali:

  • Eliminazione delle infestanti che andrebbero a competere con la coltura per l’acqua, sali minerali e spazio

  • Riduzione dei costi di gestione della coltivazione

  • Snellimento delle pratiche colturali evitando lavorazioni ripetute

  • Aumento della produttività

  • Migliore conservazione della sostanza organica e minore degradazione, favorita invece dalle lavorazioni del suolo

 

Vuoi saperne di più sui trattamenti per la protezione dei tuoi cereali? Scarica la brochure della linea tecnica di difesa Adama

 

L’importanza del diserbo in pre e post emergenza precoce

Per decenni l’intervento unico di post emergenza primaverile ha permesso di contenere la maggior parte delle infestanti dei cereali vernini, comprese quelle di più difficile controllo in questa fase, come Galium aparine e Avena sterilis.

Ciò è stato possibile in seguito all’introduzione, a partire dagli anni Novanta, di valide sostanze attive e formulati impiegabili in primavera e dotate di grande flessibilità nell’epoca di intervento.

Tuttavia, tali sostanze attive sono sostanzialmente riconducibili a poche famiglie chimiche, delle quali le più rappresentative sono senza dubbio due: solfoniluree, che inibiscono l’enzima acetato lattasi sintetasi (ALS) e i cosiddetti “fop” e “dim”, che agiscono sull’inibizione dell’enzima acetil-CoA carbossilasi (ACCasi).

Ciò ha portato ad una grande pressione di selezione delle malerbe, così che alcune specie (tra cui le più problematiche sono certamente Papaver rhoeasSinapis arvensis e Lolium sp.hanno sviluppato popolazioni resistenti.

 

A cosa è dovuta la resistenza?

Oltre all’impiego reiterato di erbicidi con medesimo meccanismo d’azione, il fenomeno delle resistenze è stato sicuramente favorito da altre cause, tra cui:

  • Monosuccessione prevalente

  • Rotazioni molto strette, soprattutto con inserimento di specie a ciclo autunno-invernale

  • Cattiva applicazione dei diserbi, eseguiti con irroratrici non idonee o inefficienti

  • Riduzione arbitraria delle dosi di impiego rispetto a quanto prescritto in etichetta

  • Trattamenti tardivi nei confronti di malerbe in avanzati stadi di sviluppo

Mentre su alcuni dei fattori elencati è decisamente difficile intervenire (per esempio sulle rotazioni, in considerazione della mancanza di colture economicamente sostenibili), su altri la capacità decisionale è relativamente più attuabile (per esempio dosi ed epoche d’impiego).

 

I trattamenti consigliati per contrastare il fenomeno della resistenza

Per quanto concerne la scelta degli erbicidi da utilizzare, è fondamentale procedere all’alternanza di principi attivi a diverso meccanismo d’azione, così come aprire alla possibilità di interventi di pre o post emergenza precoce, aumentando di fatto il numero di soluzioni disponibili.

Per saperne di più, leggi anche l'articolo "Timeline® Trio: il post emergenza dei cereali per infestanti dicotiledoni e graminacee".

Il diserbo di pre e post emergenza precoce, oltre che rispondere in parte alle problematiche delle resistenze di cui sopra, ha sicuramente altri due vantaggi non trascurabili:

  • Eliminazione della competizione iniziale con le infestanti, e conseguente massimizzazione del potenziale produttivo della coltura

  • Limitazione dello sviluppo di infestanti di sostituzione di non facile controllo in post emergenza, quali ad esempio le differenti specie di VeronicaViola arvensis e Fumaria officinalis.

 

STOPPER P®: la proposta Adama per il diserbo di pre e post emergenza precoce

STOPPER P è la soluzione di pre e post emergenza precoce per frumento tenero e duro, orzo, segale e triticale, sviluppato da Adama per il controllo contemporaneo di infestanti graminacee e dicotiledoni.

  • Flessibilità di impiego, da pre emergenza fino ad inizio accestimento

  • Autorizzazione per molteplici coltivazioni, quali frumento tenero, frumento duro, orzo, segale e triticale

  • Non presenta nessun problema di selettività varietale

  • Ottima efficacia nei confronti di popolazioni di papavero resistenti agli ALS

  • Ottima efficacia nei confronti di veroniche, fumaria e viola

  • Ideale per la gestione di graminacee resistenti come Alopecuro spp. e Lolium spp.

 

 

La composizione del prodotto: una formula vincente

Il prodotto è formulato in sospensione concentrata (SC) a base di 40 g/L di diflufenican e 400 g/L di pendimetalin, e combina quindi due principi attivi con diverso meccanismo d’azione, garantendo l’ottimale controllo di infestanti resistenti agli ALS, ormonici, “fop” e “dim”.

Pendimetalin, appartenente alla famiglia chimica delle dinitroaniline, agisce entrando in contatto con i semi in fase di germinazione, dei germinelli e delle radici delle giovani plantule (1-2 foglie per graminacee e 2-3 foglie per dicotiledoni). Pendimetalin ostacola la formazione dei microtubuli del fuso mitotico, impedendo la divisione cellulare e l’accrescimento delle infestanti.

Diflufenican, appartenente alla famiglia chimica delle nicotinanilidi, viene assorbito dall’ipocotile di giovani plantule e parzialmente dalle radici. Diflufenican inibisce la sintesi dei carotenoidi, perturbando indirettamente l’attività fotosintetica.

 

L'applicazione in post-emergenza sicura per i cereali

Quando applicato in post emergenza il prodotto viene assorbito dalle foglie e trasferito rapidamente agli apici meristematici.

Le piante colpite si distinguono per evidenti imbianchimenti fogliari, per poi mutare in tonalità rosso-violaceo prima della completa devitalizzazione.

I cereali trattati, invece, non presentano sintomi di fitotossicità: STOPPER P, infatti, si è sempre rivelato selettivo per le colture e ai dosaggi autorizzati (1,5-2,5 L/ha).

 

L’ampio spettro d’azione

STOPPER P si caratterizza per un ampio spettro d’azione, in grado di controllare efficacemente erbe infestanti a foglia larga (o dicotiledoni), tra cui:

  • papavero (Papaver rhoeas),

  • camomilla (Matricaria chamomilla), 

  • centocchio (Stellaria media), 

  • rosolaccio (Papaver rhoeas), 

  • viola (Viola spp), 

  • veroniche (Veronica spp), 

  • crucifere (Sinapis sp.)

  • poligonacee come la correggiola (Polygonum aviculare) e il persicaria (Polygonum persicaria).

Nei confronti delle erbe infestanti a foglia stretta (o graminacee), STOPPER® P risulta particolarmente attivo nei confronti di:

  • poa (Poa Trivialis e Poa annua), 

  • cappellino dei campi (Apera spica-venti), 

  • coda di volpe (Alopecuro myosuroides

  • loietto in parte (Lolium sp.).