Maculatura bruna del pero: gli aspetti della difesa
Dati questi aspetti è pertanto facile comprendere come la coltura del pero presenti una scarsa capacità di autodifesa da tali infezioni e come, al contrario, offra un’ampia finestra vegetativa (dalla fioritura alla raccolta) sia sulle foglie che sui frutti per essere colpita.
Elevate pressioni della patologia possono compromettere il raccolto; un impianto colpito da maculatura bruna vedrà giorno dopo giorno il propagarsi dell’infezione sulle proprie piante, nonché un netto deterioramento dei frutti, portando a perdite ingenti sia dal punto di vista della produzione e ancor di più dei guadagni. Per saperne di più sulla maculatura del pero, leggi anche "Patologia e ciclo biologico della maculatura bruna del pero".
Ogni coltivatore dovrebbe quindi valutare il rischio infettivo, tenendo conto sia delle competenze acquisite che dei fattori meteo-climatici che possono incidere:
- Predisposizione pedoclimatica di base
- Massa d’inoculo presunta (storica dell’impianto)
- Grado di sensibilità delle piante
- Piogge e bagnature prolungate
- Temperature prossime o superiori ai 20°C.
Problematiche fitosanitarie legate alla lotta alla maculatura bruna del pero
È bene non ignorare alcuni aspetti legati alla difesa dalla maculatura bruna del pero. In primis infatti vi è la necessità di impedire la colonizzazione della pianta eliminando o disattivando la fonte d’inoculo, ma anche operando una protezione chimica della stessa.
La difesa chimica risulta inoltre più complessa rispetto a quella attuata contro i normali patogeni, in quanto la stessa dovrà impedire l’inizio del processo infettivo evitando la produzione di tossine (difesa preventiva), ma anche proteggere la pianta per un lungo periodo della durata di circa 4 mesi (difesa continuativa, rapportata al fattore infettivo).
Difesa chimica: un quadro complesso ma gestibile
La difesa chimica è complessa da attuare ma, se ben studiata, è estremamente gestibile ed in grado di garantire ottimi risultati.
A seguito di una valutazione del rischio infettivo si potrà attuare una protezione preventiva, scegliendo le tempistiche e i fungicidi più adatti.
In presenza di rischio elevato dell’infezione, sarà inoltre consigliabile attuare una difesa chimica con cadenza tra un trattamento e l’altro di non oltre 7 giorni, al fine di assicurare una protezione continuativa della coltura.
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