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Septoria del grano: patogeni e metodi di difesa

Septoria del grano: patogeni e metodi di difesa

La Septoriosi è oggi, insieme alla Fusariosi della spiga, la patologia del frumento più temuta dai cerealicoltori, perché può portare a significative perdite di resa conseguenti ai danni sulla funzionalità dell’apparato fogliare. Questa malattia dei cereali – particolarmente di frumento e avena – ha trovato negli ultimi anni le condizioni climatiche ideali per il suo sviluppo (primavera piovosa, mite e umida) non solo negli areali centro-settentrionali, ma anche al Sud.

La difesa dalla Septoriosi è quindi particolarmente importante per non pregiudicare la produzione e va attuata integrando pratiche agronomiche e difesa chimica con fungicidi applicati preventivamente durante la levata.
Septoria del grano: patogeni e metodi di difesa

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La Septoria è una malattia fungina che colpisce prevalentemente i cereali, frumento e avena in particolare. 

I patogeni che causano questa malattia sono: Septoria tritici Stagonospora nodorum, la prima, più frequente, predilige le foglie, mentre la seconda anche i nodi, le spighe e le cariossidi del frumento. 

I funghi svernano nel terreno sui residui colturali e possono essere diffusi attraverso il vento, la pioggia e gli attrezzi da lavoro.

Quando le condizioni climatiche (di umidità e temperatura) diventano favorevoli al loro sviluppo, si hanno le infezioni primarie. In seguito, la formazione dei picnidi sulle parti interessate e la conseguente liberazione dei conidi contenuti al loro interno, provocano le infezioni secondarie. Al termine del ciclo, sulle parti infette si andranno a formare gli organi di conservazione che sverneranno nel terreno.

Quali sono i sintomi prodotti dalla Septoria sul grano?

Riconoscere la septoria del grano è abbastanza semplice. 

I sintomi si manifestano con un apparente seccume fogliare e la comparsa di aree di colore variabile dal grigio al bruno, bordate da un alone giallastro su foglie, culmo e sulle glume. Le macchie, solitamente di forma allungata, presentano nella fase iniziale una tonalità grigio-verdognola, per raggiungere anche la completa necrosi in fase terminale.

Le prime ad essere colpite sono le foglie basali, nel tempo possono essere interessate anche quelle superiori fino alla foglia bandiera.

Questa azione è dovuta alla capacità del fungo della Septoriosi di produrre septorina e ochracina, due sostanze tossiche per la pianta colpita, che portano alla morte cellulare. A differenza delle sostanze prodotte da Fusarium, la septorina e l’ochracina non sono micotossine pericolose per l’uomo e gli animali.

In condizioni di clima umido e piovoso, le macchie si possono ricoprire di una fitta punteggiatura nera, costituita da corpiccioli nerastri immersi nel tessuto della foglia (picnidi), dove si accrescono le spore che vengono poi espulse.

Quali condizioni climatiche favoriscono l’infezione da Septoria?

Gli elementi che influenzano la malattia sono prevalentemente la temperatura dell’aria, l’umidità relativa e la bagnatura fogliare: sono i fattori che solitamente vengono presi in considerazione anche dai diversi modelli previsionali per segnalare il momento di massima pericolosità della malattia.

Le due specie agenti della Septoriosi presentano sensibilità diverse alla temperatura, che influiscono sull’epoca di inizio delle possibili infezioni.

Septoria tritici si sviluppa preferibilmente tra i 15 e i 20°C, colpendo l’apparato fogliare durante la levata. Stagonospora nodorum necessita di temperature più elevate (20-27°C) e colpisce sia le foglie, che lo stelo, le spighe e le cariossidi.

In linea generale, se i mesi di marzo, aprile e maggio sono piovosi, miti e umidi, è altamente probabile avere lo sviluppo della Septoria nel proprio campo di grano, indipendentemente dall’area geografica.

Si è visto infatti che questa patologia, un tempo confinata negli areali centro-settentrionali, è ora ampiamente diffusa anche al Sud. 

 

Quali fattori favoriscono la diffusione della Septoriosi?

Di seguito sono riportati i fattori che facilitano e contribuiscono alla diffusione della Septoria nel grano, che possiamo dividere in incontrollabili e controllabili.

Fattori incontrollabili:

  • Tasso di umidità elevato

  • Temperature comprese tra 15 e 20°C

  • Frequenti precipitazioni

Fattori controllabili:

  • Suscettibilità varietale, in particolare in presenza di piante basse, alta densità di semina, o elevata presenza di infestanti

  • Apporto eccessivo di azoto

  • Presenza di stoppie e residui colturali infetti

  • Mancanza di rotazione colturale.

 

Come difendersi dalla Septoria?

Negli ultimi anni, si è assistito ad una graduale recrudescenza della Septoriosi, a causa della diffusione di varietà particolarmente apprezzate dal mercato, ma molto sensibili al patogeno, e ad un andamento climatico favorevole (forte piovosità fino a tarda primavera).

La ricerca sta lavorando per aumentare la tolleranza delle varietà di frumento coltivate, fino alla totale resistenza agli agenti della Septoriosi, resistenza che era presente nel progenitore selvatico del grano coltivato. 

Un consorzio di ricerca internazionale ha recentemente isolato un gene, il gene Stb 16q, che assicura la resistenza alla prevalenza dei ceppi di Septoria tritici, e ci auguriamo che in un futuro non lontano i cerealicoltori potranno disporre di varietà produttive e resistenti a questo patogeno. 

Nel frattempo, però, è necessario mettere in campo le migliori tecniche per controllare la Septoriosi, in quanto, essendo una malattia che colpisce prevalentemente le foglie, può compromettere l’attività fotosintetica della pianta e la produzione di sostanze necessarie al riempimento della spiga e alla formazione delle cariossidi.

 

Nel caso in cui una coltura venga colpita da Septoria, si può arrivare ad una perdita importante, anche del 40% del raccolto, con ripercussioni economiche significative sulle aziende agricole colpite.

In primo luogo, possiamo intervenire attuando pratiche utili a prevenire la diffusione della Septoria, non potendo influenzare i fattori climatici che permettono l’inizio dell’infezione e lo sviluppo nelle piante di grano colpite.

In ambito agricolo esistono alcune pratiche agronomiche che contribuiscono a limitare la diffusione dell’inoculo. Ove possibile, le seguenti tecniche vanno introdotte nella coltivazione del frumento, particolarmente negli areali dove è nota la presenza del patogeno o ci sono condizioni favorevoli al suo sviluppo.

  • Rotazione delle colture (evitare la monosuccessione)

  • Interramento dei residui colturali (evitare la semina su sodo)

  • Impiego di varietà tolleranti (seguire le indicazioni delle ditte sementiere)

  • Concimazioni bilanciate (valutare il reale fabbisogno del proprio terreno)

  • Concia delle sementi (preferire semente certificata e conciata con fungicidi)

  • Impiego di fungicidi fogliari specifici (intervenire nella corretta epoca) 

  • Utilizzo di modelli previsionali (verificare la disponibilità e attendibilità nella propria zona).

Per contenere questa grave patologia, è raccomandato l’impiego di fungicidi fogliari specifici, facendo attenzione alla scelta del momento dell’intervento che è tanto importante per il successo del risultato, quanto la scelta del prodotto. 

Infatti, il trattamento che normalmente si esegue entro l’accestimento insieme al diserbo - per ridurre i costi dell’applicazione - può risultare troppo anticipato rispetto al periodo infettivo e quindi insufficiente, quando il target primario è la Septoria. 

Gli attacchi di questo patogeno, infatti, avvengono prevalentemente a partire dall’inizio della levata fino allo stadio di foglia bandiera ed emissione della spiga.

Per questa ragione, il trattamento fungicida contro la Septoria va posizionato preferibilmente nella fase di levata. 

Infine, quando si pianifica il programma di interventi fungicidi sul grano, è indispensabile valutare con attenzione i seguenti elementi, al fine di adottare una difesa efficace e sostenibile dal punto di vista economico e ambientale.

  • Il/i patogeni prioritari da controllare 

  • Il numero di interventi e l’epoca

  • Le eventuali restrizioni su numero e classe di prodotti fungicidi da utilizzare.

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