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Elateridi, diabrotica e nottue i primi nemici del mais

Elateridi, diabrotica e nottue i primi nemici del mais

Elateridi, Diabrotica e nottue terricole sono i principali insetti colpevoli di ingenti perdite alle coltivazioni di mais. Questo articolo raccoglie una serie di informazioni sintetiche sulle principali caratteristiche di questi fitofagi e sui fattori predisponenti la loro presenza, per aiutarti a prevenirne la diffusione nei tuoi campi di mais o a controllarli nel modo più efficace.La Diabrotica, le Nottue terricole e gli Elateridi sono gli insetti che rappresentano i principali rischi a cui vengono esposte le piante di mais dopo la semina. Se non adeguatamente monitorati e gestiti, questi fitofagi possono portare alla morte le giovani piantine causando anche gravi fallanze nell’investimento iniziale e conseguentemente gravi cali di produzione alla raccolta.

Conoscere questi fitofagi, il loro ciclo e i fattori predisponenti la loro presenza ti può aiutare a prevenirne la diffusione o a controllarli nel modo più efficace.
Elateridi, diabrotica e nottue i primi nemici del mais

Elateridi (Agriotes spp)

Gli elateridi sono coleotteri polifagi appartenenti a diverse specie: Agriotes lineatusA. litigiosusA. sputatorA. obscurus e A. ustulatus, e sono i principali nemici delle colture di mais dopo la semina.

Conosciuti volgarmente anche come ferretti per la somiglianza delle larve a piccoli fili di ferro, attaccano i semi in fase di germinazione e, solo in seguito, la parte interrata del culmo, portando alla morte della pianta stessa.

Le larve avviano la loro attività all’inizio della primavera, durante le prime fasi di sviluppo del mais, quando il livello di umidità del terreno risulta ottimale. Il ciclo di sviluppo degli elateridi si completa in più anni, durante i quali le larve salgono negli strati superficiali del terreno in primavera e autunno per poi ridiscendere in profondità in estate e inverno.

Questi insetti amano i terreni ricchi di sostanza organica e in generale i terreni umidi. Pertanto, la loro presenza è maggiormente attesa nei suoli torbosi o con elevata sostanza organica e in stagioni piovose. 

Le coltivazioni di mais più esposte ad attacchi da parte di elateridi sono quelle successive a colture di medica e prato polifita, perché questi fitofagi prediligono coltivazioni poco lavorate.

Sintomi e danno

L’attacco di elateridi è riconoscibile in campo per l’assenza di emergenza o per gli appassimenti ed avvizzimenti della parte aerea delle piante emerse.  Chiaramente, nel momento in cui si notano i sintomi, il danno è già definitivo e irreparabile. 

I principali danni provocati comprendono erosioni sugli organi ipogei delle piante più giovani dove viene danneggiato l’apice vegetativo, causando il disseccamento della foglia apicale. In seguito, tutta la pianta sarà soggetta a disseccamento, generando fallanze nella coltura.

Gestione e controllo

Per evitare la proliferazione degli elateridi, evitare colture in successione a prati stabili per almeno due stagioni potrebbe risultare utile, così come rompere il prato prima di seminare in modo che gli esemplari di elateridi presenti finiscano in profondità, risultando innocui.

Vista la gravità dei danni provocati dagli elateridi, è indispensabile adottare una difesa preventiva. 

Negli appezzamenti dove periodicamente si verificano attacchi di ferretti, si adotta la lotta chimica alla semina con insetticidi granulari localizzati lungo la fila. 

Negli altri casi, per anticipare i possibili attacchi e i danni conseguenti, è comunque raccomandato di attuare un monitoraggio delle larve in campo con esche-trappola e, se viene superata la soglia critica (in Lombardia 15 larve per metro quadrato), di intervenire alla semina con un geoinsetticida. 

Scarica l'infografica per un'approfondimento sui danni causati dagli insetti del mais e le modalità per prevenirli

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Diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera)

La Diabrotica è un insetto originario degli Stati Uniti e appartenente all’ordine dei coleotteri. 

Questo parassita, che colpisce quasi esclusivamente le piante di mais, è arrivato in Europa nel 1992 in Serbia in prossimità dell’aeroporto internazionale di Belgrado. Da qui la diffusione è proseguita poi in molte altre nazioni del vecchio continente fino a raggiungere l’Italia nel 1998 dove venne rilevato nei pressi dell’aeroporto di Venezia. Nel giro di poco tempo questo parassita è poi comparso in Lombardia, Piemonte, Friuli ed Emilia-Romagna. 

La Diabrotica compie una generazione all’anno, sverna come uovo che inizia a schiudersi da metà maggio, anche se il picco delle nascite solitamente viene registrato attorno a metà giugno. Le larve, grinzose e biancastre, con capsula cefalica bruna e sei zampe, si muovono sul terreno e trovano nutrimento nelle radici del mais e di alcune graminacee. Il loro sviluppo ha la durata di un mese, prima che le stesse raggiungano una lunghezza variabile dai 10 ai 18 millimetri. In seguito a tre stadi larvali nel terreno si forma la pupa, molliccia e biancastra.

Gli adulti di Diabrotica sono lunghi circa 5-6 millimetri e sono caratterizzati da una colorazione di fondo giallo carico con elitre più corte sull’addome, oltre a tre strisce longitudinali scure. Questi sfarfallano nel periodo estivo nutrendosi di foglie e stimmi. Trascorsa una settimana, solitamente nel mese di agosto, avviene l’accoppiamento e gli esemplari femmina depongono le uova nel terreno a una profondità di circa 15 centimetri.

Sintomi e danno

I sintomi che evidenziano la presenza di Diabrotica nelle coltivazioni di mais non sempre sono riscontrabili con facilità. 

Le larve inizialmente tendono a nutrirsi delle radichette scavando gallerie nelle radici di dimensioni maggiori. In questo caso la pianta viene danneggiata presentando difficoltà nello sviluppo, rendendola anche più soggetta ad allettamenti che riducono la capacità di assorbimento dell’acqua e delle sostanze nutritive. 

Nelle colture di mais altamente infestate è inoltre possibile rilevare piante a collo d’oca, ovvero esemplari allettati che tendono a sollevarsi dal suolo curvandosi e formando gomiti. Inoltre, le piante colpite, possono essere estratte dal terreno con estrema semplicità.

Gestione e controllo

A partire dal 2000 sono state emanate norme per la lotta obbligatoria a questo insetto e attualmente risulta in vigore il D.M. dell’8 aprile 2009 che obbliga all’esecuzione di controlli sistematici in tutte le aree del territorio italiano ove vi è rischio che la Diabrotica possa proliferare, con conseguente monitoraggio delle zone dove la stessa viene rinvenuta.

Nelle aree in cui viene evidenziata la presenza dell’insetto, ovvero le cosiddette “aree focolaio” dovranno essere eseguiti interventi obbligatori, con istituzione anche della “zona di sicurezza” nei comuni limitrofi al rinvenimento.

Trattandosi di un insetto che colpisce esclusivamente le coltivazioni di mais, abbandonare la pratica della monosuccessione, in abbinamento ad altre pratiche agronomiche, quali le lavorazioni estive del terreno e l’uso preferenziale di ibridi a radici profonde, potrebbe rendere più difficoltosa la sopravvivenza del crisomelide e limitare conseguentemente i danni provocati dalla Diabrotica.

Nottue terricole (Agrotis spp)

Le nottue terricole sono lepidotteri di medie dimensioni (40-50 mm di aperura alare) che in Italia appartengono a due specie, Agrotis segetum o Nottua delle messi e Agrotis ipsilon o Nottua dei seminati.

Per conoscere in che modo contrastare gli insetti più pericolosi del mais leggi anche "Quando e come controllare gli insetti del terreno che colpiscono il mais"

Sono diffuse in tutte le aree maidicole, la prima più comune e superiore numericamente, in quanto la seconda non è stanziale, ma soggetta a migrazioni annuali che variano di anno in anno, influenzando la presenza e l’intensità delle infestazioni.

Gli adulti di A. segetum, caratterizzati da abitudini notturne, sono presenti in campo dal mese di marzo all’inizio di ottobre, con punte massime durante i mesi di luglio e agosto. 

La presenza di A. ipsilon, invece, è legata alla migrazione primaverile degli adulti dai Paesi caldi africani e mediorientali verso le regioni dell’Europa meridionale, dove, in presenza di elevata umidità del terreno che favorisce le ovodeposizioni, provocano forti infestazioni larvali. 

Sintomi e danno

I primi sintomi sono rosure sulle foglie che non hanno conseguenze ma sono un ottimo segnale di presenza delle larve che successivamente attaccano la zona del colletto causando la morte della pianta.

I rischi maggiori si hanno prima che il mais abbia raggiunto le 7-8 foglie.  

Gestione e controllo

La tecnica di lotta prevede il monitoraggio negli appezzamenti a rischio, caratterizzati ogni anno da pressione elevata dell’insetto con trappole sessuali o a cattura massiva o tramite rilevamenti diretti a marzo. Le soglie di intervento vengono definite dagli enti regionali preposti, indicativamente il 5% di piante attaccate, più bassa se il mais ha meno di 5 foglie vere, quando diventa necessario intervenire con insetticidi.

Se si prevedono attacchi di ferretti, fitofagi più gravi delle nottue, viene attuata una difesa preventiva con insetticidi granulari alla semina localizzati lungo la fila, che possono contribuire al contenimento delle larve di nottue.

 

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