Piralide, Diabrotica, Nottue e Afidi del mais: perché e quando devi temerli
Oltre a ridurre il potenziale produttivo e quindi la resa quantitativa finale, alcune specie agevolano indirettamente l’infezione di funghi che sono produttori di sostanze nocive per l’uomo e il bestiame e per questo normate a livello comunitario: le micotossine.
Questo articolo descrive sinteticamente le caratteristiche e i danni prodotti dai maggiori fitofagi del mais: Piralide, Diabrotica, Nottue e Afidi, nonché utili suggerimenti per sapere come gestire il problema in modo intelligente e sostenibile.
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La coltura del mais può essere attaccata da insetti nocivi durante l’intero ciclo colturale. Alcune specie hanno habitat prevalentemente terricolo e sono molto pericolose nelle prime fasi di sviluppo delle giovani piantine di mais (seme e plantula) perché si nutrono delle radici o delle plantule, causando riduzioni anche severe dell’investimento inziale. I principali fitofagi del terreno sono: gli Elateridi, le Nottue terricole e la Diabrotica.
Per saperne di più sugli insetti terricoli pericolosi per il mais, leggi l’articolo "Elateridi, diabrotica e nottue i primi nemici del mais".
Non meno temibili sono gli insetti che colpiscono la parte aerea del mais, poiché non solo possono causare riduzioni quantitative della resa alla raccolta, ma anche favorire le infezioni di patogeni fungini produttori di micotossine nocive per l’uomo e il bestiame.
Quali parassiti colpiscono la parte aerea della pianta del mais?
I parassiti della parte aerea della pianta di mais che risultano più dannosi o più frequenti nei nostri areali maidicoli sono
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la Piralide
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la Diabrotica
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gli Afidi
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le Nottue
Tutti questi fitofagi sono sempre molto pericolosi per il mais dolce e per le coltivazioni di mais da moltiplicazione.
La Piralide è il parassita del mais maggiormente presente nei nostri areali maidicoli e rimane tuttora il fitofago più pericoloso, perché attacchi gravi, frequenti dove questa coltura è coltivata in monosuccessione, producono sia danni diretti sulla pianta, con conseguenti cali di resa, che danni indiretti.
Le erosioni che producono questi insetti, infatti, sono vie di entrata per avere infezioni da funghi micotossigeni, produttori cioè di micotossine, che sono sostanze nocive per l’uomo e gli animali e per questo normate a livello comunitario.
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Piralide (Ostrinia nubilalis)
La Piralide è un lepidottero che, a differenza di altri insetti nocivi, è originario del nostro continente da cui si è poi diffuso tramite materiali infestati ad altre zone, in particolare ai territori maidicoli degli Stati Uniti.
Questo fitofago, che sverna come larva all’interno dei resti degli stocchi rimasti in campo, non attacca le giovani piantine di mais e questo pare sia dovuto alla presenza nei tessuti fogliari giovani di una sostanza tossica per l’insetto.
Quando la concentrazione di questa sostanza scende sotto un certo livello – tendenzialmente quando il mais raggiunge lo stadio di 7-9 foglie - la pianta diventa suscettibile agli attacchi della Piralide.
La Piralide compie generalmente due generazioni, ma i danni maggiori sono prodotti dalle larve di seconda generazione, che attaccano la coltura da luglio in poi, quando cioè a pianta ha raggiunto o quasi la massima altezza e avviato la formazione della spiga e il riempimento delle cariossidi.
Le larve, infatti, perforano le foglie avvolte in cartoccio, scavano gallerie negli stocchi e sono in grado di raggiungere i pennacchi (le infiorescenze maschili) o di scavare mine nel peduncolo che congiunge la giovane spiga con lo stocco, fino ad erodere le cariossidi del mais.
I danni conseguenti ad un attacco di Piralide possono essere diretti e indiretti
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Diretti: riduzione dell’allegagione e del riempimento dei semi, quindi calo di resa
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Indiretti: possibile rottura degli stocchi con conseguente difficoltà alla raccolta e conseguente calo di resa
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Indiretti: accesso facilitato di muffe che producono marcescenze sugli stocchi e sulle cariossidi, ma soprattutto micotossine, sostanze nocive per l’uomo, quali aflatossine, fumonisine, deossinivalenolo e zearalenone.
I cali di resa in granella possono essere variabili, fino al 20%, in caso di attacchi gravi. Diverso è il caso del mais dolce o del mais destinato alla moltiplicazione, in cui un attacco di Piralide è sempre un gravissimo problema.
La presenza di micotossine nella granella alla raccolta dipende principalmente dall’andamento climatico, ma è stato dimostrato che tra i fattori predisponenti l’infezione ci sono anche gli attacchi di Piralide in fioritura o durante lo sviluppo delle cariossidi, perché creano delle fessurazioni o erosioni che agevolano l’ingresso di funghi micotossigeni, come Aspergillus flavus (produttore di aflatossine) e Fusarium verticilloides (produttore di fumonisine, deossinivalenolo e zearalenone).
È altrettanto verosimile che i danni da Diabrotica e da Nottue pure aumentino i rischi di infezione da funghi micotossigeni.
Diabrotica (Diabrotica virgifera virgifera)
La Diabrotica è un insetto originario degli Stati Uniti e appartenente all’ordine dei coleotteri.
A differenza degli altri fitofagi del mais, presenti in Italia da lungo tempo, la Diabrotica è arrivata in Europa per accidentale importazione dagli USA alla fine del secolo scorso.
Questo insetto è presente quasi esclusivamente su mais dove compie danni sia come larva che come adulto.
Le larve si muovono sul terreno e si nutrono delle radici delle giovani piantine di mais e di alcune graminacee.
Le piante colpite presentano difficoltà nello sviluppo e maggiore facilità ad allettare, con ridotta capacità di assorbimento dell’acqua e delle sostanze nutritive.
Gli adulti di Diabrotica sfarfallano nel periodo estivo nutrendosi di foglie e stimmi.
Un sintomo classico nei campi di mais fortemente attaccati da Diabrotica sono le piante a collo d’oca, ovvero esemplari allettati che tendono a sollevarsi dal suolo curvandosi e formando gomiti.
Inoltre, le piante colpite, possono essere estratte dal terreno con estrema semplicità.
È possibile che i danni da Diabrotica aumentino i rischi di infezione da funghi micotossigeni.
Afidi (Rhopalosiphum padi, Rhopalosiphum maidis, Sitobion avenae)
Gli Afidi possono infestare tutti gli organi aerei della pianta di mais, foglie, pannocchie e spighe.
Succhiano la linfa dai tessuti della pianta, sottraendo quindi le sostanze nutritive necessarie alla crescita, alla fioritura ed alla conseguente formazione e maturazione delle cariossidi.
Gli attacchi più temibili rimangono comunque quelli precoci.
Gli Afidi sono sempre un problema grave quando si insediano nei campi adibiti alla riproduzione, perché possono trasmettere i virus del mosaico e del nanismo del mais.
Nottue (Sesamia nonagrioides, Sesamia cretica)
Queste Nottue si sviluppano sia su mais che su sorgo e sono più frequenti nella monosuccessione, quando si lasciano i residui colturali in campo; le larve, infatti, svernano riparate all’interno dei residui degli stocchi rimasti in campo.
Le larve di Sesamia possono attaccare sia le giovani piantine, causandone la morte, che le piante in accrescimento, scavando gallerie nello stocco, nel tutolo, da cui divorano le cariossidi, fino a raggiungere perfino i pennacchi.
Il risultato è un indebolimento strutturale della pianta che, in casi gravi, può facilmente cadere, e calo produttivo. Non si esclude che le erosioni prodotte dalle Nottue aumentino i rischi di infezione da funghi micotossigeni.
Come difendere il mais dalla Piralide e dagli altri insetti della parte aerea
Quanto ti devi preoccupare e come puoi gestire questi insetti al meglio, per ridurre le perdite produttive e contenere sotto i limiti di legge la presenza di micotossine?
Anticipiamo qui una serie di suggerimenti utili per decidere come affrontare il problema della Piralide e degli altri insetti della parte aerea del mais.
La gravità del problema dipende dalla destinazione del tuo mais:
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Mais da foraggio uso zootecnico o per uso energetico: bassa
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Mais da granella per uso zootecnico: media e dipende dagli ibridi e dalle condizioni agronomiche
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Mais da granella per l’alimentazione umana: medio-alta
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Mais dolce: alta
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Mais da riproduzione: alta.
È importante conoscere il livello di infestazione, attraverso periodici monitoraggi.
Ci sono tecniche agronomiche che favoriscono o riducono le infestazioni, tra cui i più rilevanti sono:
Favoriscono le infestazioni:
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la monocoltura
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la presenza di residui colturali
Sfavoriscono le infestazioni:
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gli ibridi vigorosi - tolleranti
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le semine precoci
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la rotazione
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le lavorazioni che prevedano l’interramento dei residui colturali.
Come sempre, quindi, è opportuno adottare pratiche agronomiche che contribuiscono a ridurre i rischi di attacco, effettuare dei monitoraggi per valutare la presenza e il livello di infestazione e decidere di effettuare un intervento con insetticidi autorizzati, al fine di mantenere i danni sotto una soglia accettabile.
In annate favorevoli agli attacchi fungini su mais, il controllo delle larve di Piralide diventa fondamentale per tutelare la salubrità della granella, sia essa per consumo animale o umano, non essendoci al momento prodotti fitosanitari che controllino in modo risolutivo i patogeni fungini responsabili della produzione di micotossine come fumonisina, deossinivalenolo o zearalenone.
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